mercoledì 13 gennaio 2010

Racconto di Natale

Abel e Junon Vuillard avevano due figli: Joseph ed Elizabeth. Joseph si ammalò e si rese necessario un trapianto di midollo osseo. Né i genitori né Elizabeth erano compatibili. Abel e Junon decisero allora di mettere al mondo un altro figlio sperando nella possibilità di una donazione. Ma anche il piccolo Henri non era compatibile e Joseph morì a 7 anni. Con la nascita del quarto figlio, Ivan, progressivamente il lutto per la perdita di Joseph sembrò essere rielaborato.
Anni dopo Elizabeth, scrittrice teatrale di successo aiutò il fratello Henri, sull’orlo della bancarotta, ma a un patto: non avrebbe dovuto mai più presentarsi davanti a lei. Sono trascorsi altri anni e si avvicina il Natale, Junon apprende di essere stata colpita dallo stesso male di Joseph. Va cercato un donatore in famiglia: uno potrebbe essere Paul, il tormentato figlio adolescente di Elizabeth e l’altro proprio Henri che ha fatto la sua ricomparsa (invitato da Paul) insieme alla sua compagna del momento, l’ebrea Faunia. La famiglia si ritrova nella città di origine, Roubaix, ed Henri dovrà decidere se mettersi a disposizione per un trapianto che potrebbe salvare (ma anche uccidere) una madre che non ha mai amato. La lettura della trama iniziale del film può già da sola far comprendere la complessità di una sceneggiatura che, come accaduto in altre occasioni nel cinema più recente, offrirebbe materia per un’intera serie televisiva. Desplechin riesce a tenere sotto controllo la materia ma sembra essere più attratto dalla direzione corale degli attori (come spesso accade quando un film riunisce sotto lo stesso tetto per una ricorrenza personaggi tra loro legati ma al contempo caratterialmente distanti) che dalla lettura di un contesto socio-culturale come avrebbe potuto fare Chabrol.





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