martedì 19 gennaio 2010

Cemento armato

appassionatamente la sua Asia. Bloccato nel traffico cittadino, decide di farsi largo frantumando gli specchietti delle auto in coda ma qualcuno tra gli automobilisti non sembra gradire lo scherzo ed è deciso a fargliela pagare cara. È Franco Zorzi detto il primario, feroce boss della malavita romana che controlla quasi tutti i traffici illeciti della Capitale. La bravata di una mattina costerà a Diego più di quanto potesse immaginare.
Dopo più di vent’anni di storie d’amore, di storie private, spaccati sociologici o folkloristici, di ritratti generazionali e qualche scarso tentativo di satira, il cinema italiano esordiente, penso a quello di Molaioli e diMarengo, prova ad esplorare territori altri, producendo un cinema medio e di genere. A questa tendenza si allinea pure il debutto confuso di Marco Martani, che ha sceneggiato, in un passato nemmeno troppo lontano, l’educazione scolastico-sentimentale del giovane Luca Molinari.
Esaurite le notti e gli esami, Martani ruba aBrizzi lo scolaro Vaporidis, la biologa Crescentini e il professore Faletti, facendoli sconfinare nel “noir” metropolitano. Termine utilizzato impropriamente in Italia, per definire qualsiasi libro o film che contenga una storia gialla, un delitto e un investigatore.





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