martedì 19 gennaio 2010

6 gradi di separazione

Un giovanotto nero si spaccia per il figlio di Sidney Poitier e si presenta in casa di ricche famiglie newyorchesi dicendo di essere un ex compagno di college dei loro figli. Affascina tutti, si fa ospitare, sorprendere a letto con un uomo e se ne va lasciando lo scompiglio dietro di sé. Scritta da John Guare che ha adattato una propria pièce teatrale, questa bizzarra commedia di costume sui problemi dell’identità e dell’insicurezza e sulla morte dell’immaginazione si basa sulla teoria del sociologo Stanley Milgram di Harvard: sei passaggi di conoscenza bastano a qualunque cittadino USA per raggiungerne qualunque altro, dunque il mondo è piccolo. Se l’efficacia socio-politica del film è soprattutto un merito dell’intelligenza di Guare, non è da sottovalutare l’apporto di F. Schepisi, sagace nel dirigere il traffico di una bella squadra di interpreti e nel dare al testo sfondi pertinenti della metropoli americana per definizione (N.Y.) e della sua skyline.





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