venerdì 19 febbraio 2010

Cash (Ca$h)

Nel corso di una truffa ai danni di un istituto di credito, viene assassinato un uomo, Solal. Qualche mese dopo suo fratello, soprannominato Cash, decide di trovare il colpevole mettendo in scena un’intricatissima truffa che, a partire da uno smercio di banconote fasulle per arrivare al furto di una valigetta piena di diamanti, coinvolge un ampio numero di persone (fra i quali una famiglia di contraffattori, una bellissima donna con un padre facoltoso, un’agente dell’Europol molto ambiziosa), in un gioco di ribaltamento continuo fra complici e avversari all’interno del quale chi conduce meno intrighi è destinato ad essere il “piccione”.
“Non c’è truffa senza un piccione” dice la frase di apertura del film. Un motto che riflette non solo il gioco delle parti che sta alla base dei tipici film di truffe, raggiri e rapine, ma anche il tipo di atteggiamento che si richiede allo spettatore, che, come il “piccione” che verrà raggirato nel film, deve avere della storia solo una visione parziale, in modo da poter restare sorpreso o spiazzato dalla risoluzione finale.
Il motto trova quindi il sapore di una formula standard riguardo questo genere di film, il cui modello di riferimento è quello americano ed in particolare la nuova lucentezza che gli ha donato la patina glamour della serie di Ocean’s Eleven.





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