sabato 16 gennaio 2010

Tropic thunder Dvdrip

Tre stelle vanagloriose e capricciose dello star system hollywoodiano sono costrette a convivere dentro lo stesso film: un war movie ad alto budget ambientato nel sud-est asiatico. Tugg Speedman è una tronfia superstar di action movie che sogna gloria e Oscar, Kirk Lazarus è un attore drammatico e pluripremiato col vizio del metodo e dell’immedesimazione estrema, Jeff Portnoy è il divo grasso e cocainomane della saga comica “The Fatties”. Decisi a correggere i loro vizi e a non tollerare oltre bizze e stravaganze, il regista del kolossal bellico e il sedicente scrittore del best seller che lo ha ispirato li precipitano dentro una guerra reale e una jungla autenticamente selvaggia. Occupati a bisticciare e a rinfacciarsi le rispettive carriere, procederanno ignari del pericolo imminente. Venire alle armi con un vero e sbraitante gruppo di guerriglieri asiatici gli sveglierà finalmente dal sogno della finzione. Tra esplosioni a colori, effetti speciali, e proiettili a salve troveranno lo spirito di gruppo e un finale conforme al genere. Il “soldato Charlot” di Charlie Chaplin e il macchinista di Buster Keaton furono i primi a mettere alla berlina la vita militare e a parodiare l’insensatezza della guerra. La guerra, l’esercito e la caserma sono luoghi privilegiati della risata, vuoi per il desiderio di esorcizzare la drammaticità degli eventi che vi si svolgono, vuoi per portare un caos travolgente dentro un’istituzione organizzata. L’applicazione del comico a un oggetto drammatico come la guerra è perciò una delle tante e possibili declinazioni del concetto di war movie. Diversamente, la comicità di Tropic Thunder non affonda i denti nella follia di uno scenario di guerra. Si tratta piuttosto di una “dichiarazione di guerra” al cinema bellico, di una commedia parodistica dei conflitti statunitensi rappresentati da Hollywood: Normandia, Corea, Vietnam, Golfo. Un film pieno di rimandi metalinguistici, citazioni e ammiccamenti ironici ai clichè dei classici del genere: da Platoon ad Hamburger Hill, da Apocalypse NowSalvate il soldato Ryan, da RamboQuella sporca dozzina. Ben Stiller fa esplodere, oltre alle bombe e alle postazioni nemiche, l’arsenale retorico e narrativo dei film con cui si cimenta, rimontandoli in maniera iperbolica. Tropic Thunder diventa così un film pieno di cinema ma anche un film sul cinema e su Hollywood, circo di celluloide che esibisce divi volubili, agenti zelanti e produttori villain e villosi. Lo “smontaggio” delle pellicole più note del genere non è un gioco gratuito ma un attacco all’immaginario bellicista hollywoodiano e ad alcuni “vizi” della fabbrica del cinema. L’umorismo della commedia di Stiller è di stampo prettamente metalinguistico e non pertiene né alla tradizione chapliniana del comico antimilitarista né a quella altmaniana (M.A.S.H.) del cinema brillante dalle connotazioni critiche. A misurarsi con la vita in divisa, al fianco di Ben Stiller, ci sono le maschere esagerate, eccentriche e stereotipate del black soldierdi Robert Downey Jr. e del commilitone in astinenza di Jack Black. Citazioni viventi del soldato forgiato nel fuoco e temprato nel sangue della “cultura bellica” hollywoodiana, le performance degli attori diventano occasioni per omaggi o riletture di figure classiche dei war movies: Downey Jr. incarna il coinvolgimento e l’esperienza della comunità nera nel conflitto in Vietnam, Stiller compie il rite de passage del colonnello Kurtz, “morendo” crivellato e dentro un ralenti come il sergente Elias di Willem Dafoe, Black è il reduce squilibrato e straniato nato il quattro di luglio. Un mucchio selvaggio che gioca alla guerra, agendo in un film volutamente sgradevole e intelligentemente stupido





Nessun commento:

Posta un commento